Il Tar di Catania sospende tutti gli atti di salvaguardia della piazza d’armi del Castel Maniace. E il Demanio concede l’area del faro Murro di porco per la realizzazione di un hotel di lusso. In pratica il Tar e il Demanio fanno strame di Siracusa.
L’ordinanza del Tar sospende tutto e rinvia la decisione all’udienza collegiale del prossimo (ma non molto prossimo) 29 marzo 2019. Frattanto tutto rimane com’è. E continua l’utilizzo improprio dell’area prospiciente il castello, la quale, proprio in quanto piazza d’armi, va considerata parte integrante del monumento. Questo hanno sostenuto i vari esperti e i vari ricorrenti contro la improvvida concessione del Demanio: assessorato regionale dei Beni culturali, Comune (che prima aveva rilasciato tutte le autorizzazioni e poi, a furor di popolo, le ha revocate), Italia Nostra. E in funzione di questo si sono opposti all’utilizzo improprio della piazza d’ami di Castel Maniace.
Ma tutto questo non è valso a nulla. Almeno finora. Si vedrà cosa accadrà poi nell’attesa udienza generale del Tar di Catania fissata per il prossimo 29 marzo. Ma i fatti finora accaduti non promettono nulla di buono. Nulla per Siracusa almeno.
Questa città è tornata ad essere terra di conquista, facile preda di barbari e Barberini. Sindaco Italia in testa. Tutto da lì parte infatti: dall’autorizzazione del Comune ad eseguire le opere edili che sono state eseguite sulla piazza d’armi. Se questa autorizzazione non ci fosse stata a nulla sarebbe valsa la stessa concessione del Demanio. Ma l’autorizzazione c’è stata. E da lì è partito tutto.
Quando poi, a furor di popolo, la città ha chiesto la salvaguardia dei propri tesori impunemente violati il sindaco ha fatto marcia indietro. Ed ha revocato l’autorizzazione. Ma è stato troppo tardi. Quasi quasi si ha la sensazione che i tempi fossero stati studiati e ben congegnati: autorizzazione rilasciata, poi revocata a cose fatte … e tutto rimane tale e quale.
Ebbene, questa città non era mai caduta così in basso. Ortigia violata, con le sue stradine, una volta ricche di un fascino ora perduto, occupate da tavoli e sedie di ristoranti e trattorie e pizzerie e simili, da non poter più camminare a una certa ora della sera. Ortigiani (quelli residui) che non ce la fanno più e pensano di scappare. Il resto della città sporco, sudicio, invaso da montagne di spazzatura disseminate qua e là. Topi e scarafaggi e insetti vari padroni del territorio. Strade scassate, traffico caotico, servizio di trasporto pubblico urbano praticamente inesistente. Ma che vogliamo di più per ammettere che Siracusa non è più Siracusa bensì una Cinisello Balsamo qualsiasi?
Siamo passati dallo sbarramento totale al totale sbracamento. Dalla opposizione toto corde al rigassificatore al cedimento su tutti i fronti. E dire che il rigassificatore era un impianto tutt’altro che inquinante e pericoloso da realizzare in piena zona industriale. Qua invece siamo in piena violazione del tessuto urbano. A cominciare dal centro storico: quello scrigno di storia, architettura, monumenti, musei, e via discorrendo che è Ortigia. Tutto violato. Tutto sostanzialmente distrutto.
E si va cianciando di turismo. Ma il turista mordi e fuggi è distratto, per fortuna: viene, passa una giornata fra Ortigia e parco archeologico, girando a piedi, e se ne va. E chi s’è visto s’è visto. Lo scempio rimane.
E ora tocca al faro di Capo Murro di porco esser violato.
Protestano Legambiente, Italia Nostra, sostenitori di Ortigia? Ma chissene frega … parlino signori parlino … noi tireremo dritto. E lo scempio continua, anzi cresce, sempre più. Sembra di sentire l’imbonitore del circo: entrino, signori, entrino … più gente entra e più bestie si vedono …
Sì, è così (come dice Brunetta: è così: è così, è così). Parlate, parlate, parlate, noi facciamo. Ma che fate? Combinate disastri! E chissenefrega … Nella piena (o quasi) indifferenza degli amministratori comunali e della dirigenza dell’Area marina protetta del Plemmirio. Che pure è presieduta da un personaggio come Patrizia Maiorca. Al punto che l’onorevole Prestigiacomo tuona: “Chiederò il commissariamento dell’Area marina protetta”.
Ma a che punto siamo arrivati? A che punto è ridotta questa città? A questo punto, signori: ha perso la propria identità, calpestata da barbari e Barberini di turno.
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