I signori della Rai l’hanno capito dell’errore e sono corsi ai ripari, quando hanno trasmesso un documentario sulla storia di Siracusa trasmessa su Rai Storia che era lacunoso, «Siracusa: il faro della Magna Grecia», parti tagliate descritte da studiosi universitari. Avevamo scritto criticamente il 3 marzo 2019 che era un documentario inaccettabile realizzato da chi combatte una guerra e la vince (i Romani) e scrive i libri di storia senza tenere conto del reale valore storico della potenza economica e militare di Siracusa con un numeroso esercito e di una tra le flotte più potenti del Mediterraneo che faceva tremare i polsi a Roma. Adesso Rai 2 con l’accordo con la Film Commission del Comune ha realizzato uno speciale sulle bellezze di Siracusa grazie al nuovo programma «Bellissima Italia» che andrà in onda lunedì tre agosto alle ore 17, anche qui discutibile l’orario, era opportuno in prima serata.
Siracusa capitale della Magna Grecia è la testimonianza dell’antico splendore del mondo greco, la più grande città greca potente d’Occidente con gli innumerevoli monumenti di bellezza unica che si possono visitare. Anche il territorio della provincia con i suoi paesi e opere d’arte, rispecchia e ricorda che Siracusa è stata per secoli una vera e propria alleata della potente Grecia. L’intenso processo di colonizzazione greca che interessò la Sicilia orientale all’inizio dell’VIII secolo si può in gran parte identificare con le vicende di Siracusa, vera città Regno.
La Siracusa odierna non riesce ad elevare la qualità della vita puntando sui servizi, sull’accoglienza e l’igiene urbana. Con una politica miscredente incapace di dare forza di penetrazione e affermazione nei mercati e flussi turistici nel mondo.
Quando si arriva ad essere al disopra degli apprezzamenti è segno che molte cose nella vita sono già sfiorite.
Quando non si piange più delle sconfitte, è segno che non si crede più nelle vittorie. Ci sono presunte vittorie e ci sono sonore sconfitte negli interventi dell’assessore comunale alla Cultura e Turismo Fabio Granata, l’uomo per tutte le stagioni.
Dicevamo dell’assessore pro tempore alla Cultura e Turismo, Fabio Granata, incapace di pensare per la verità supino al suo amico Sgarbi sulla vicenda Caravaggio, nonché nella progettualità.
Quando Granata si accorge del vuoto che lo circonda fa riemergere la sua fiammella di politico sbiadito aggrappandosi all’Ambiente, poiché quando gli prendono gli scoramenti d’identità politica, per sentirsi vivo s’inventa le battute da salotto da pensionati 90enni, le presunte petizioni popolari contro l’inquinamento sottoscritte dai suoi ‘peones’.
Insomma la débacle cocente sul Caravaggio la ripiega su un altro fronte quello Ambientale. Qualche giorno fa ha postato nella sua pagina facebook a proposito del ricorso vinto dagli industriali siciliani sul «Piano di qualità dell’aria»: «La manina misericordiosa del Tar di Palermo fa esultare gli industriali del Petrolchimico, bocciando il ‘Piano di qualità dell’aria’ che come amministrazione avevamo difeso anche in giudizio al fianco della Regione. E’ un fatto gravissimo al quale occorre reagire politicamente e, se possibile, al Cga. Ancora una volta la prepotenza delle industrie prevale sul diritto alla salute dei cittadini… Per quanto tempo ancora?».
Su questo commento di Granata, assessore pro tempore, non ci sono parole per definire la sua superficialità espressa su facebook che ha raggiunto 6 commenti ed una condivisione: a Roma dicono ‘poverello’.
Granata che è un uomo delle istituzioni che parla del TAR come fosse il suo circolo dello sport la dice lunga sul suo rispetto verso lo Stato e le istituzioni a difesa della legalità.
Avevamo promesso di non scrivere più nulla dell’assessore pro tempore, evidentemente, Granata è il «presunto messia» del turismo a Siracusa sconfessa tutti ma a parole, anche il suo sindaco, senza numeri alla mano, senza statistiche e/o studi è ‘nessuno’.
Così come certa stampa a loro vicina dove il titolo di un articolo non era allineato con quanto il vice sindaco Pierfrancesco Coppa affermava nell’intervista e ammetteva che il TAR ha rilevato palesi incongruenze sulla stesura del Piano e si augurava che la Regione modificasse il Piano secondo le osservazioni del TAR, che poi la Regione potesse ricorrere al CGA sarebbe un diritto amministrativo che in ogni caso nessuno può negargli di esercitare, ma da qui a dire che la Regione debba farlo o si auguri che lo faccia ne passa e lui non lo dice.
Lo scorso 9 luglio in una nota il sindaco pro tempore Francesco Italia dichiarava sui dati diffusi dall’Istat e dell’Osservatorio sui bilanci delle srl: «Ci confermano il quadro di una provincia che è riuscita a reggere l’impatto del Covid meglio che altrove grazie ai suoi settori tradizionali. Un risultato positivo e che ci deve spingere a una serie riflessione sul futuro del nostra industria la quale, come d’altra parte sapevamo, è ancora protagonista nella produzione della ricchezza complessiva».
«Sarebbe illusorio, continua il sindaco Italia, prospettare un modello di sviluppo che prescinda dalla zona industriale mentre sono convinto che esistono ampi margini per coinvolgere le aziende in programmi di investimento rispettosi della sostenibilità ambientale e della promozione delle eccellenze storico-artistiche e dell’agroalimentare. Proprio in vista della necessaria ripresa post-Covid, è ancora più urgente un grande patto tra i protagonisti dell’economia siracusana e del lavoro e le istituzioni per sfruttare le enormi potenzialità del nostro territorio».
Le contraddizioni che regnano in questa amministrazioni sono palesi e i siracusani lo hanno già da tempo capito e vorrebbero andare alle elezioni frenati da una legge regionale Crocetta inconcludente come lo stesso personaggio scomparso dalla scena politica dai guai politici che ha commesso (ex province docet).
Insomma il Comune di Siracusa è in balia delle acque tumultuose di una crisi senza precedenti e con gente sprovveduta, figli di papà, radical chic.
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