Siracusa perde altri colpi: ha perso altri due posti, calando ancora nella classifica elaborata dal Sole 24 Ore, su dati Legambiente, per l’Ecosistema urbano: dalla posizione 97 del 2017 alla 99 di quest’anno. Le nostre carenze sono pesanti in tutti i settori. Al peggio non c’è fine. E cresce soltanto la sfiducia.
Ma ecco, per completezza di esposizione, anche le posizioni degli altri capoluoghi siciliani: Caltanissetta 81^, Enna 83^, Messina 84^, Ragusa 86^, Trapani 97^, Palermo 100^, Agrigento 103^, Catania 104^. Siracusa è dunque la quartultima tra i capoluoghi di provincia siciliani. Oltre che la 99^ d’Italia.
Complimenti ai signori governanti! I quali, naturalmente, diranno che questi dati sono la risultante dei disservizi accumulati in vari anni. Vero. Verissimo. Forse.
E’ sempre colpa dei governi precedenti. Però si dà il caso che questo sindaco era già nella precedente amministrazione comunale da vicesindaco e assessore al turismo e alla “cosiddetta” cultura : beninteso, “cosiddetta” per come viene governata da questi nostri amministratori. Il signor sindaco Italia è dunque in plancia di comando della squinternata navicella di questa derelitta città da oltre sei anni. Alla faccia del caciocavallo! direbbe Totò.
Diranno pure che il problema, più che di questa città, è della intera Sicilia. E no, cari signori! In primis il coinvolgimento della intera Sicilia non ci consola affatto, bensì aggrava ulteriormente la situazione.
Diranno ancora che uno dei dati che pesano su questa classifica è la raccolta differenziata dei rifiuti. La quale qui è iniziata da troppo breve tempo, e non è quindi entrata nella rilevazione di Legambiente-Sole 24 Ore. E vabbè. Ma andiamo a vedere come funziona questa raccolta differenziata qui da noi.
Per carità! Date un’occhiata al nostro servizio di sabato scorso. Ma che dico! Date un’occhiata in giro. E ve ne accorgerete! Cumuli di sacchi e sacchetti ad ogni angolo di strada. Diranno pure che i siracusani siamo indisciplinati, non rispettiamo le regole del conferimento dei rifiuti all’esterno degli edifici. E sarà anche vero. Però si consideri innanzitutto che, come abbiamo segnalato più volte ma invano, questa raccolta differenziata, così com’è organizzata (meglio: disorganizzata!) non funziona, non può funzionare.
Per dirne una soltanto, almeno in questa sede, non è affatto concepibile che i rifiuti organici vengano raccolti tre volte soltanto a settimana e per i restanti giorni la gente debba tenerseli in casa. Si tratta infatti di avanzi di carne, pesce, frutta, verdura, vegetali vari, e via discorrendo. Che non possono restare a marcire in casa, aspettando il dì della raccolta. Va pure peggio per gli altri tipi di rifiuti. Ma andiamo avanti.
Trasporto pubblico urbano. E’ un altro dei settori chiave della rilevazione di Legambiente-Il Sole 24 Ore.
Ebbene, a Siracusa il servizio di trasporto pubblico urbano praticamente non esiste. L’ultima favola buffa è stata quella dei minibus elettrici, che dovrebbero garantire il servizio navetta in Ortigia: si sono guastati tutti e quattro (o cinque: quelli che sono, poco importa) contemporaneamente. Tutti insieme. Come uniti in una sorte comune dalla forza brutale di un dio crudele. Pensate un po’ … Fatto è che il servizio è stato brutalmente sospeso, non è esistito proprio per giorni e settimane. Altro che navetta!
Ora, come può la gente contare su di un servizio che servizio non è ma soltanto disservizio? E allora, il risultato qual è? Innanzitutto l’uso diffuso, diffusissimo, dei mezzi privati. E quindi l’aumento dell’inquinamento atmosferico (a cominciare dalle polveri sottili), dell’inquinamento acustico, dell’usura delle strade, che già di per sé sono delle autentiche gruviere, degl’incidenti, dei rischi, dei costi individuali, familiari, sociali, e via discorrendo.
A questo punto i nostri governanti diranno che l’inquinamento atmosferico ci viene dalla zona industriale. Ebbene, ricordino, una buona volta, che i venti su questa derelitta città, per 360 giorni all’anno (poco più, poco meno) soffiano da Sud, Sud-Est (ovvero scirocco), Sud-Ovest (ovvero libeccio): soffiano cioè dalla città verso la zona industriale. Non al contrario. E’ il motivo per cui siamo deliziati dal famigerato scirocco. Salvo rare eccezioni. Che pur sempre esistono in madre natura (beninteso).
E allora non cerchiamo di forzare anche madre natura.
O finiremo per fare come i disegnatori della famosa moneta da 500 lire, che oggi vale un sacco di soldi proprio per questo errore: disegnarono le bandiere di una caravella in navigazione orientate controvento, in evidente senso contrario alle vele e, naturalmente, allo spirare del vento. Le monete vennero ritirate e riconiate. E quelle errate divennero un patrimonio prezioso per i numismatici e gli speculatori.
Facciamo dunque funzionare i servizi. Senza cercare alibi. Facciamo funzionare il trasporto pubblico urbano e diminuire il caos del traffico privato, con tutti i disagi e i rischi connessi, peraltro indispensabile nella situazione attuale.
E sarà meglio per tutti.
Gli altri settori analizzati sono i soliti: dispersione idrica dalla gruviera della rete urbana, attrezzature per la produzione di energia elettrica da fonti alternative (solare ed eolica soprattutto; solare soltanto in questo caso)) sugli edifici pubblici e su quelli privati, incidentalità stradale, disponibilità di piste ciclabili e pedonali, verde pubblico urbano per abitante.
E’ inutile soffermarci singolarmente settore per settore. Ci basti ribadire che le nostre carenze sono pesanti in tutti questi settori. Al peggio non c’è fine. E cresce soltanto la sfiducia.
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