Inutile insistere. Il Francavilla non ha accettato di posticipare l’incontro a domenica, come richiesto a titolo di cortesia dal Siracusa e quindi le due squadre si affronteranno oggi al “Frano Fanuzzi” di Brindisi, entrambe reduci da due sconfitte, l’una, quella subìta dai pugliesi a Vibo Valentia formato “cappotto pesante” e l’altra, quella del Siracusa a Catania, letteralmente regalata ai padroni di casa da una distrazione monumentale. Pari e patta anche nel cambio degli allenatori.
A Siracusa “benservito” a Pagana, voluto da un’esigua ma rumorosa minoranza, a Francavilla stesso provvedimento per Zavettieri dopo il cinque a azero di Vibo e nuova conduzione affidata a Bruno Trocìni. Ma al di là dei cambi di guardia nelle due formazioni, c’è da guardare allo stato di forma delle due compagini che premia abbondantemente gli azzurri, non solo quelli che hanno superato il Rieti e la Cavese, ma anche quelli che hanno stupidamente perduto col Catania, gettando alle ortiche un meritatissimo pareggio, già stretto per i meriti evidenziati dalla squadra. E se per Trocini i problemi sono rappresentati dalla sostituzione di Folorunsho, appiedato dal giudice sportivo e dalle condizioni di Partipìlo che alla fine dovrebbe farcela, quelli di Michele Pazienza sono dettati dal turn-over in alcuni casi, come quello di Emanuele Catania, dovuti più a motivi di opportunità che a scelte tecniche.
Non sarà comunque una passeggiata per gli azzurri che dovranno affrontare una squadra giovane e quindi battagliera e imprevedibile. Tutto il contrario di un Catania di altro pianeta, ma prevedibile e compassato. Fra i difensori il ballottaggio fra Di Sabatino e Bertolo dovrebbe premiare quest’ultimo, apparso al Massimino in buona forma, come del resto Mustacciolo, che per come si è mosso mercoledì sera, si è meritato a pieni voti la riconferma. Il sacrificato potrebbe essere Diop che dopo un incoraggiante inizio di campionato è andato via via
calando di tono. C’è infine il nodo Vazquez. Il ragazzo lotta, fa a sportellate con gli avversari, crea spazi per i compagni e fa salire la squadra, ma spreca troppo per eccessivo egoismo. A Michele Pazienza il compito di fargli capire che una superiorità numerica non si può sprecare nel modo barbìno con cui l’ha sprecata il “pampa” al Massimino. E dalla riuscita di questa meritoria opera di convinzione possono dipendere le probabilità di successo del Siracusa. A cominciare, naturalmente, dall’incontro di oggi, in cui non ci sarà posto per i solisti, se si vuol mirare davvero al colpo grosso. Buono per il morale e per la classifica.
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