Oggi saranno magari padri e madri di famiglia, col problema della pancetta, del brizzolo e/o della calvizie. Ma non sanno che i loro nomi, da quando erano giovincelli, sono stati immortalati nel “Grande libro della Storia del Teatro Italiano ‘’.
Ed esattamente negli Annali registrati da “Theatron”, accanto ai nomi (tanto per gradire) di Gassman, Alfonsi, Albertazzi, Randone, Foà, Moriconi, solo per citarne alcuni. Questa di oggi sarà per i siracusani ex-giovincelli una scoperta impensata e impensabile. Ma tant’è.
E spieghiamo l’arcano. “Theatron”, scrupoloso e dettagliato elenco di spettacoli teatrali curato da Elda Vernara, al volume della stagione artistica 1975-1976 pubblica, tra centinaia di realizzazioni di Compagnie professionali in città diverse d’Italia, la avvenuta messinscena della commedia “L’arte della risata” in prima nazionale assoluta.
Dove? Ma a Siracusa, che diamine! E più esattamente alla Nottola di via Gargallo, 61, sul palcoscenico del Teatro di Sicilia. Per l’esattezza: 30 aprile 1976. Una commedia scritta da Aldo D’Alba, regia di Aldo Formosa, luci e suono di Enzo Tirrito, interpreti: Antonio Di Matteo, Luca Morelli, Lillo Minniti, Lisetta Boccadifuoco, Carla e Daniela Guiducci, Vittorio Accolla, Salvo Costanzo, Bruno Formosa, Rita Carbone, Gianni Bracco, Salvo Pastura, Vania Di Matteo, Sandra Donato, Emanuele Figlia, Peppe Lo Carmine, Gigi Ortisi, Dino Purpura, Ermanno Campo, Angelo Gulizia, Orazio Grillo, Nino Tiralongo. Proprio loro, giovanottelli per i quali la Nottola era diventata il più salubre luogo di aggregazione, lontano mille miglia dagli ozi dei perdigiorno a Piazza Adda e dalla tentazione dello spinello.
Ora, se funziona il passaparola, lo sapranno: il loro nome accanto a quello dei “mostri sacri” del Teatro italiano. Roba da raccontare con malcelato orgoglio ai nipoti davanti al caminetto. Come una favola bella, appunto. Ma che è Storia, e perdipiù documentata nero su bianco.
Ogni anno, dal 1970, le centinaia di attività del “Teatro di Sicilia” registrate negli Annali nazionali, con spettacoli di propria produzione e spettacoli ospitati. E, già che ci siamo, un’altra chicca: Andrea Camilleri (sì, quello di Montalbano) regista a Siracusa con la sua Compagnia Mappamondo di Roma in “Parata di Campanile”. Dove? Sul palcoscenico della Nottola, naturalmente. Ma tutto non si può trascrivere, un intero giornale non basta. Ma, già che ci siamo, scegliendo fior da fiore a caso, stagione 1970-1971, quella dell’inizio. La Storia del Teatro Italiano registra: “Teatro di Sicilia” di Siracusa, produzione: Il combattimento di Orlando e Rinaldo (Martoglio), Vita e morte di don Ciccio Malanòva (atto unico di Formosa), Le furtuna è na fimmina bedda (da un racconto di Turi Rovella), Quello della prima fila (Lo Presti), Bellavita (Pirandello). E la nascita dei Mammasantissima con Enzo Annino, Aldo Zannelli, Bruno e Massimo Bianca e Enzo Bongiovanni.
E, a chiudere, quella che Piero Fillioley e Corrado Piccione nei propri libri hanno definito “la leggenda del Teatro di Sicilia alla Nottola”. E alcuni degli altri nomi che la leggenda hanno collaborato a realizzare: Umberto Lentini, Pietro Mensa, Virginio Puzzo, Nello Giuliano, Franco e Nadia Iemmolo, Mirella Parisini, Maria Teresa D’Andrea, Pippo Lampo, Giovanni Capodicasa, Turi Xibilia, Paolo Morando, Giovanni Sallicano, Nunzio Zammitti, Mammasantissima, Gianni Alderuccio, Pippo Bianca, Giuliana Accolla, Daniele Galea, Giovanni Argante, Saro Cassia, Antonio Salemi, Mimmo Rinaldo, Bruno Mallia, Michela Firenze, Rita Aprile, Agostino Conca… E tantissimi altri ancora.
Con un doveroso omaggio alle partecipazioni di Lydia Alfonsi, Arnaldo Ninchi, Mariella Lo Giudice, Tuccio Musumeci, Leo Gullotta, Pippo Baudo, Miko Magistro, Carlo Muratori, Pigi Vanelli, Enzo Annino, Giorgio Orefice, Michele Abruzzo… Ed altri ancora.
Questo solo per dire che, anche negli altri volumi di Theatron, fino a tutta la sua attività alla Nottola, il Teatro di Sicilia (che oggi vive ancora e compie 48 anni) c’è sempre, anno dopo anno, con una produzione che è stata autorevolmente definita, “da leggenda”. Nero su bianco.
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