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Home › Speciali › Siracusa. Francesco Trombatore (Franz d’Ortigia) conobbe una celebrità internazionale

Siracusa. Francesco Trombatore (Franz d’Ortigia) conobbe una celebrità internazionale

3 Dicembre 2019di Aldo Formosa
Siracusa. Francesco Trombatore (Franz d’Ortigia) conobbe una celebrità internazionale
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Nell’assordante silenzio della incultura, pochi anni addietro nessuno si è ricordato del 50° anniversario della morte di un siracusano illustre: Francesco Trombatore, in arte Franz d’Ortigia, ovvero Francesco Trombatore come si faceva chiamare a Roma negli anni della sua fama di artista.

Da Leonardo Sciascia a Giorgio De Chirico, uno stuolo di  firme insigni hanno scritto di questo pittore partito dallo “scoglio” natale per arrivare alle più alte vette della celebrità.

Oggi lo ricordiamo citando un breve curriculum non solo della sua attività pittorica e umana, ma anche ragguagli sulla sua famiglia. E riprendiamo un articolo di De Chirico, scritto nel 1961 alla notizia della morte di Franz.

Ma, non senza citare anche che nel 1976 un Comitato promotore realizzò a Siracusa una “Mostra antologica” per commemorare  Trombatore. Ma quegli anni ‘70 sembrano così  lontani, come lontane ci sembrano tutte le importanti iniziative realizzate. Altri tempi, altri uomini.

Ma ricordiamo, oppure impariamo, chi è stato Franz d’Ortigia.

Nacque a Siracusa il 7 aprile 1886 da Concetta Randazzo e Antonino Trombatore che in via Maestranza 18 faceva il libraio, l’incisore, il plastificatore di pupi da presepio. Il prozio Gaetano era stato ceroplasta come Zumbo, il nonno Giuseppe libraio e rilegatore. Il fratello Giuseppe morì a 48 anni per la persecuzione fascista, colpevole di avere partecipato nel 1921 a Livorno alla fondazione del Partito comunista italiano. Il fratello Vincenzo fu alto ufficiale medico nell’Esercito, l’altro fratello Gaetano ha tenuto fino al 1973 la cattedra di letteratura italiana all’università di Milano. Fu amico di Vittorini, Mezio, Sofìa, De Chirico, Casorati, Corrà, Sironi, Lanza, Guttuso. Nel 1944 venne arrestato dalla Banda Koch al servizio dei nazisti, e seviziato alfine di confessare dove si trovasse il figlio Antonello, ricercato dalle SS. Torna a Siracusa (“Siracusa mia!”) almeno due volte l’anno. L’ultima volta due mesi prima di morire (Roma, 24 agosto 1961). La sua opera pittorica è universalmente celebrata. Nel 1976, nel quindicesimo della scomparsa, il Comune di Siracusa, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Siciliana, l’INDA, per iniziativa di un Comitato promotore e organizzatore composto da Emanuele Golino, Piero Fillioley, Corrado Piccione, Francesco Amato, Aldo Adorno, Antonello Trombatore, Donatella Trombatore De Feo, con la collaborazione della Galleria Margutta e dell’ENAL, realizzano una “Mostra antologica”, con un catalogo edito da Sellerio. Ed ecco cosa scrisse Giorgio De Chirico.

Io conobbi Francesco Trombatore negli anni che seguirono la prima guerra mondiale. Lo conobbi in quella cosiddetta “Terza Saletta” del Caffè Aragno in Roma, ove convenivano pittori, scultori, giornalisti e scrittori, e in genere intellettuali.

Egli era un uomo simpatico, cordiale e anche spiritoso, diventammo presto amici. In quel tempo Trombatore insegnava disegno all’ Istituto Tecnico di Civitavecchia. Aveva studiato all’ Accademia di Belle Arti di Roma. Aveva esposto alle “Secessioni” e esponeva agli “Amatori e Cultori” e alle “Biennali Romane”.

Nel 1924 cominciò a esporre alla Biennale di Venezia e nel 1936 vi ebbe una parete personale. A Roma fece la sua ultima mostra alla Galleria Russo in Piazza di Spagna. All’estero espose a Buenos Aires nel 1930 con il “Novecento Italiano”.

Espose anche in mostre di selezione dell’arte italiana a Berlino, a Budapest, a Varsavia, ad Atene, a Copenaghen. Nel 1923 eseguì il ritratto dell’attrice Giovanna Scotto che fu acquistato dalla Casa Reale. Questo ritratto si trova oggi negli uffici di contabilità della Presidenza della Re¬pubblica. Sarebbe ora che lo mettessero in un luogo più adatto a un’importante opera d’arte quale esso è. Spesso si scherzava poiché Trombatore era pieno di umorismo. Una volta da Vichy. ove facevo una cura, gli mandai la fotografia di un grande hotel ove avevo scritto ad una finestra “la mia camera” mentre io abitavo in un modesto albergo. Trombatore si divertì molto a questo mio scherzo. Un’altra volta col pittore Mario Broglio, direttore dei “Valori Plastici”, gli mandai da Parigi una cartolina ove alla mia firma feci seguire l’imitazione di quella di J.D. Ingres, e Broglio alla sua quella di L. David. Erano i tempi del neoclassicismo.

La pittura di Trombatore possiede grandi qualità di mestiere e di sensibilità pittorica.

I suoi quadri di frutta, i suoi paesaggi, le sue vedute di Siracusa e di Roma, i suoi nudi, sono tutti eseguiti con grande sensibilità e grande mestiere. La sua scomparsa mi rattristò molto. Ma la sua opera vivrà poiché è un’opera di valore.



di Aldo Formosa 03 Dicembre 2019 | 10:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tags: Francesco TrombatoreFranz d’Ortigiasiracusa
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