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uesto è un vero furto con destrezza degno da Arsenio Lupin, la famosa serie televisiva degli anni ’70 e i Siracusani si sono fatto soffiare sotto il naso: l’«Antonello». Non c’è dubbio alla Regione ci sono i primi ‘malfattori’ d’Italia. Udite! Udite!… Non c’è stata nessuna autorizzazione al trasferimento del dipinto l’Annunciazione” di Antonello da Messina dalla Galleria Bellomo a Museo Abatellis di Palermo come risulta dagli atti richiesti relativi alla documentazione fatta dall’ studio legale Al Comitato “Nessuno Tocchi Antonello” dall’avv. Corrado V. Giuliano e avv. Salvo Salerno presso l’Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana.
Il dirigente responsabile Sezione 3, arch. Fulvia Greco e il Soprintendente Irene Donatella Aprile sono state lapidarie: «In riferimento alle istanze pervenute al protocollo generale al n. 11177 del 19-12-2018 e al n. 11214 del 19-12-2018, si comunica che agli atti d’Ufficio non risulta nessuna richiesta di autorizzazione per lo spostamento del dipinto “l’Annunciazione” di Antonello da Messina dalla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis».
Era il 13 dicembre quando intitolavamo il servizio giornalistico: «L’Annunciazione di Antonello da Messina trafugato di notte come dei ladri da tecnici e vigilanza privata arrivati da Palermo». Non ci fu titolo più azzeccato di questo. Il nostro sesto senso ‘profetico’ ci portava inconsapevolmente sulla giusta strada.
Riproponiamo l’articolo: «Un’azione di basso profilo quella attuata dalla Regione che pur di volere qualcosa non guarda in faccia a nessuno, qualcuno malpensante dice: «Facessero così contro la crisi per risollevare le sorti della Sicilia, attuare dei provvedimenti risolutivi contro la disoccupazione giovanile, le crisi dei comparti lavorativi, il degrado in cui versa la regione, insomma vedere in che stato si è ridotta la Regione per fare un trafugamento di notte, è disgustoso».
L’Antonello si trova già questa mattina a Palermo. Nonostante il ricorso al Tar, le proteste degli intellettuali per bloccare il trasferimento del delicato dipinto, Siracusa per tre mesi dovrà fare a meno dell’Annunciazione che va ad arricchire la mostra allestita a Palazzo Abatellis. Amareggiato il critico Paolo Giansiracusa: «Nessuno ha ascoltato l’appello dei cittadini, degli esperti, degli studiosi, nessuno ha accolto l’esortazione dei media che ringrazio con affetto e stima. Antonello non è più a Siracusa».
Un altro cittadino tergiversato dal dolore ha commentato «Se avessimo avuto un sindaco determinato e cocciuto avrebbe difeso il tesoro di casa sua, si sarebbe presentato con la fascia tricolore con a seguito la mobilitazione della gente e vigili urbani a seguito avremmo voluto vedere se oggi l’Antonello fosse a Palermo, è un fatto di orgoglio siracusano che è sparito come sono spariti i politici di un tempo». Era il 13 Dicembre 2018 postato alle ore 11:59.
E adesso occorre immediatamente procedere per via giudiziaria con il sequestro cautelativo e la restituzione immediata a spese della Regione nonchè l’oltraggio effettuato ai danni della collettività.
Ma Fabio Granata chiarisce: “La Soprintendenza non ha nessuna competenza. Sono cambiate le competenze dalla istituzione dei poli museali. La responsabilità è in capo ai direttori. A febbraio il quadro torna a Siracusa. Torno a ripetere: state prendendo un abbaglio – lo dico nonostante sia stato ufficialmente contro il “prestito”. Le competenze – ripete Granata – sono cambiate con la nascita dei Poli autonomi. Non occorre alcuna autorizzazione se non da chi dirige”.
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