Ci siamo domandati varie volte da quale fonte era sgorgato il malessere contemporaneo che abbraccia tutti i campi, da quello politico a quello artistico… E sempre la nostra mente ha finito per trovare l’origine di tutti i nostri mali in un punto preciso: che gli uomini hanno fatto scoperte, hanno creato strumenti, hanno rovesciato istituzioni, provocando l’esplosione di nuove forze e l’apertura di nuove vedute che superano la loro capacità di dominarle come speravano, per loro utile, gusto e soddisfazione.Non hanno scoperto o trovato invece altro che rivolte e guerre, espressioni di malcontento, manifestazioni di rivolta, nervosità generale e le malattie come quest’ultima pandemia che ha flagellato tutti.
Ci ha salvato fino adesso la professionalità del personale sanitario impegnato nel contrasto del Covid-19. L’intervento svolto nel corso dell’emergenza coronavirus del personale medico, infermieristico e gli operatori socio-sanitari presso l’azienda ospedaliera, il volontariato, come di altre aziende sanitarie pubbliche, è stato straordinario e fondamentale, gestendo egregiamente l’emergenza sanitaria, senza i quali sarebbe stato ancor più drammatico la gestione dei pazienti affetti da Covid-19.
La vicenda assume un significato anomalo in quanto tale personale e da ormai anni che opera in condizioni di assoluta precarietà ed in molti casi hanno retto con la loro professionalità e impegno quotidiano le sorti di molte strutture sanitarie pubbliche siracusane, ma solo oggi con l’emergenza coronavirus, si è capito quanto sono indispensabili per le strutture sanitarie pubbliche. La professionalità sia riconosciuta a tutti i livelli e per tutte le qualifiche impegnate nelle strutture. Compresi presidi ospedalieri, reparti e servizi della cosiddetta ‚Area Grigia‘, quella dove si ha la prima valutazione ed il ricovero dei sospetti con tanto di esecuzione dei tamponi.
Abbiamo oggi 44mila sanitari in meno assunti a tempo indeterminato (-6,4% rispetto al 2009), una riduzione – precisa Istat – solo parzialmente compensata dall’innalzamento dei requisiti per l’accesso alla pensione. In sostanza: meno persone, più anziane e più ricorso al lavoro flessibile. «Flessibile» è una parola ambigua, perché suggerisce un certo grado di libertà del lavoratore, mentre qui si tratta di posti a tempo determinato e in somministrazione, cioè di precarietà.
Ecco il decreto Rilancio. Un capitolo importante è quello per potenziare il sistema sanitario nazionale messo a dura prova dal virus. In sostanza arrivano 1,25 miliardi che si tradurranno in 20mila assunzioni tra infermieri, medici e tecnici. Saranno stabilizzati anche 3500 posti letto in terapia intensiva e 4225 in sub intensiva destinati al Covid a cui si aggiungeranno 300 letti.
Siracusa è la prima provincia Covid Free della Sicilia.
Una persona è forte nella misura in cui «dà»; non importa quello che «dà»; l’importante è «dare». Ed è quello che ha fatto la dott.ssa Antonella Franco, dir. facente funzione rep. Malattie infettive Osp. Umberto I, quando afferma: «Si è combattuto duro nel reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Umberto I di Siracusa il Covid 19, giorni terribili per due mesi in corsia con una equipe multidisciplinare per affrontare le varie patologie dei pazienti ricoverati.
In questo reparto nessuno del personale si è contagiato», adesso medici ed infermieri non hanno bisogno di indossare le tute di protezione perché dal 6 giugno la provincia di Siracusa è la prima e unica in Sicilia senza positivi al coronavirus.
Diciamo noi anche grazie al lockdown, osservato con rispetto e grande maturità da parte dei Siracusani. Questo ha fatto sì allontanasse lo spettro di molti contagi. Ricordiamo la città vuota in sofferenza per due mesi.
La stranezza però consiste che in percentuale abbiamo una maggiore mortalità in rapporto ai malati Covid nella popolazione.
Dobbiamo evidenziare anche i dubbi relativi alla conduzione iniziale del fenomeno da parte della dirigenza dell’Asp Siracusa e la necessità conseguente da parte della Regione di nominare un team anti-Covid ad hoc. Tutto questo però non inficia la qualità professionale dei nostri medici che hanno saputo tenere la barra dritta per salvaguardare la salute dei cittadini.
«Abbiamo avuto tante guarigioni, dice la Franco, sia sul territorio, sia in ospedale, però quei morti che ci sono stati ce li abbiamo tutti nel cuore».
Insomma una donna ammirabile che «dà» esempio del suo modus operanti professionale che ha saputo fermare il virus. Siamo onorati di avere medici capaci anche all’Umberto I.
Il desiderio maggior consiste nel poter ringraziare tutto il personale sanitario Siracusano che ha vissuto unitamente ai cittadini contagiati questa esperienza che ci ha cambiato profondamente il nostro quotidiano toccando con mano la sofferenza che si prova in Ospedale nonché di riscoprire e riconoscere nel personale sanitario ‘Angeli’ in tuta anti contagio, la presenza di persone eccezionali le quali, mostrando al paziente esclusivamente gli occhi perché il resto del corpo è coperto dalle protezioni individuali (camice, mascherina, occhiali, visiera, guanti, ecc…), hanno dovuto celare al paziente un prezioso sorriso o le proprie emozioni pur mantenendo la costante disponibilità nell’alleviare le agonie ed il disagio dei pazienti grazie alla profonda dote di umanità e professionalità che li contraddistingue.
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