«Il volgare attacco alla persona del dott. Gaetano Scifo, al quale va la ns solidarietà, rinnovata stima professionale e gratitudine per avere offerto, insieme al dott. Angelo Giudice, la propria consulenza gratuita all’amministrazione comunale, mosso dal direttore generale dell’ASP provinciale sulle pagine de La Sicilia dello 12 maggio è inaccettabile, prima ancora nei toni che nei contenuti. Su questi ultimi, trattandosi di sconcertanti riferimenti di natura strettamente personale o professionale, sarà l’interessato, se lo vorrà, a rispondere» lo afferma il movimento politico Lealtà & Condivisione.
«Per quanto ci riguarda, rileviamo e denunciamo l’inammissibile atteggiamento assunto dal dott. Ficarra che è passato da un silenzio colpevole ad un profluvio di esternazioni volte unicamente a difendere acriticamente la propria gestione, la cui credibilità è stata notevolmente messa in discussione non tanto dai documentati e argomentati interventi del dott. Scifo, ma dalle numerose defaillances registrate nel servizio sanitario locale ed in particolar modo nel presidio ospedaliero provinciale, così come puntualmente rilevate, se non bastassero le ricorrenti denunce dei sindacati e di gran parte dell’opinione pubblica, dallo stesso Covid Team inviato dalla Regione e dalla commissione medica interna tardivamente insediata dalla medesima ASP, confermando oggettivamente la insostenibilità della permanenza dell’attuale manager alla guida dell’ASP di Siracusa.
«Ritardi e carenze che, ripetiamo, non chiamano in causa l’operato del personale sanitario, a cui va rinnovato il ns convinto apprezzamento, chiamato ad operare in condizioni di estrema difficoltà, accentuate da inconfutabili carenze organizzative locali.
«Non tutte le carenze registrate, anche questo lo abbiamo detto, traggono origine dalla gestione Ficarra, perché imputabili a decenni di malgoverno, nazionale e regionale, del sistema sanitario, che, all’insegna di una assurda logica aziendalistica, ha alimentato e foraggiato interessi del sottobosco politico ed imprenditoriale, ponendo in secondo piano la salute dei cittadini.
«Ma questo non autorizza nessuno, tanto più se si riveste un ruolo istituzionale, ad adottare un atteggiamento di insofferenza nei confronti di qualsiasi opinione in dissonanza con il proprio modo di vedere le cose. Perché questo modo di fare non contribuisce in alcun modo a restituire credibilità alla gestione del servizio sanitario e rischia, al contrario, di aumentare il solco tra le istituzioni e la comunità, peraltro in un settore nevralgico della vita delle persone, chiamate, giustamente, a comportamenti di responsabilità individuali e collettivi per arginare una pandemia devastante. Ecco, tali comportamenti di responsabilità sono a maggior ragione richiesti a chi riveste ruoli di primo piano, a cui gioverebbe, nel comune interesse, sobrietà, operosità e disponibilità al dialogo. Tutto il contrario di quanto appalesato nelle recenti esternazioni della dirigenza generale e sanitaria dell’ASP di Siracusa».
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