Engel & Völkers presenta così la via Principe di San Giuseppe, con queste caratterizzanti parole per descriverne l’esatta realtà, e aggiunge: «Ci troviamo a pochi passi dalla via Maqueda, una delle due strade principali del centro storico di Palermo. Questa zona è in gran parte pedonale ed è vissuta da turisti e cittadini come la zona più elegante e piacevole dove passeggiare e trascorrere pomeriggi o serate, infatti vi si trovano i più esclusivi negozi e marchi commerciali della città, oltre che numerosi ristoranti e locali. La zona è molto calma, ben servita dai mezzi pubblici e presenta un curatissimo arredo urbano e inoltre troviamo in prossimità chiese, monumenti e teatri».
E l’autorevole Treccani ricostruisce così il termine Galleria: nei palazzi signorili, sala di rappresentanza, adibita a contenere le raccolte di opere d’arte. Di qui, il termine è passato a indicare un complesso di ambienti, di qualunque forma, destinati a raccogliere quadri, sculture e oggetti d’arte, e l’edificio stesso che li contiene (per es., la G. Spinola a Genova, la G. degli Uffizi a Firenze, la G. Barberini e la G. d’arte moderna a Roma, ecc.); con accezione più recente, sala di esposizione e vendita di opere d’arte, più propriamente detta galleria d’arte.
Ma Paolo Battaglia La Terra Borgese sta parlando di qualcosa di preciso, ed il suo nome dice tutto: L’Ascensore.
«Una realtà espositiva – dice il Critico – che ha scelto di ubicarsi nel tempo, percorrendo quello spazio progettuale e programmatico di cui ha voluto dotarsi. Per indicare ciò che è soggetto al divenire e non finalizzato alla residenza fisica di ogni singola mostra. Un lavoro difficile che necessita di artisti provenienti da ogni parte del globo, per costruire, pietra su pietra, ascendendo, e arrivare così alla più ampia vista del divenire umano secondo il contributo del singolo artista».
Continua Paolo Battaglia La Terra Borgese: «L’Ascensore è l’esposizione sì temporanea di opere d’arte, ma scelte secondo un criterio particolare. Si tratta di un programma di manifestazioni come quelle che vengono di prassi, ma molto raramente, e comunque solo nel breve periodo e monotematicamente, organizzate in musei, accademie, scuole, collegi e altri luoghi ove convenga il pubblico degli intenditori, dei collezionisti o anche di semplici visitatori. L’Ascensore rappresenta quindi un contatto concreto tra l’arte e la vita della cultura, un mezzo efficace per le relazioni artistiche tra regioni e nazioni. Traducendo e mai ripetendo; questo è molto, molto importante. Un arricchimento perciò sempre continuo di spaccati diversi di ogni cosa percepita dall’Uomo. In linea con l’idea del suo fondatore Alberto Laganà.
L’importanza educativa e culturale di queste esposizioni si accentua, poi, attraverso L’Ascensore, perché queste offrono occasioni a studi e discussioni in comune che, con precisione chirurgica, sono idonei a rilevare tutta la vitalità e il significato di una produzione artistica.
Siamo davanti a esposizioni circolanti nel tempo, esposizioni educative e informative. Di un gusto e un’abilità artistica che si rivelano e si rilevano secondo quanto concepito da Alberto Laganà. In Galleria vivono discreti e silenziosi, in pochissimi metri calpestabili, i criteri di simmetria per la collocazione di quadri, statue, sculture, fotografie, disegni, installazioni e così via.
Con precisa professionalità L’Ascensore tiene conto che anche la esposizione è un’opera d’arte e che ha in sè stessa una propria esigenza di costituzione e di forma, in cui risiede la sua efficacia culturale ed educativa, oltre che commerciale. Come in teatro L’Ascensore affronta dunque attenta anche i problemi di scenografia per dare rilievo e significato al contenuto, interessando pure il gioco della luce, il programma della cerimonia, gli inviti, i cataloghi, i discorsi inaugurali. Ecco perché colpisce magicamente – conclude il critico d’arte».
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