E Col campionato in dirittura di arrivo e con i tifosi in fermento, chi per un motivo e chi per un altro, non è difficile cogliere al volo nei covi del tifo programmi esagerati per eccesso o per difetto. C’è la Frattese, ad esempio, che in caso di promozione non deve darsi troppi pensieri, avendo alle spalle il Napoli di De Laurentis con il suo serbatoio di giovani di belle speranze da valorizzare e con risorse economiche non indifferenti.
E c’è il Siracusa che di pensieri ne ha avuti in passato invece tanti e, tanto per gradire, ne continua ad avere. Solo che nella nostra città l’esperienza sembra non servire a niente, tanto che qui da noi è normale ripetere gli stessi errori. Ma se quanto accadde nel giugno del 1995 non servì nel 2012 per evitare di ripiombare dalla Lega Pro mestamente in Eccellenza, a giudicare dal modo perentorio con cui si chiede la nuova promozione in Lega Pro degli azzurri, sembra che questi due significativi precedenti siano stati del tutto dimenticati. Anche perché a chi fa notare l’aumento esponenziale degli adempimenti della Lega Pro rispetto a quelli dei campionati dilettanti, gli stessi tifosi aggiungono “e che problema c’è, poi si vedrà”. Ed è proprio quel “poi si vedrà” che preoccupa chi ha vissuto sia il primo che il secondo consecutivo “flop”, e che ci spinge sin d’ora a raccomandare, con priorità assoluta, la solidità della società, nella consapevolezza che, specialmente il primo anno, andrà incontro, non solo ad una stagione di difficoltà e di ristrettezze economiche, ma anche a tutta una serie di adempimenti finanziari e fiscali che nei campionati dilettanti non esistono affatto. Da questi adempimenti il Siracusa rimase schiacciato, tanto da assommare ben sei punti di penalizzazione che, a campionato vinto sul campo dagli azzurri, diedero via libera per la Serie B allo Spezia. Alla delusione per quell’amara conclusione, di lì a poco si aggiunse quella della mancata iscrizione per mancanza di fidejussione. E allora se possiamo essere d’accordo sul raggiungimento della promozione in Lega Pro senza passare dai play-off, non possiamo condividere quel “poi si vedrà” che sa tanto di imprevidenza e di improvvisazione. Vinto, come ci auguriamo, il campionato, bisognerà sedersi attorno ad un tavolo e dar vita ad una società economicamente forte e ad una squadra senza primedonne che sappia conquistarsi un posto nel cuore dei siracusani.
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