Quello che all’Akragas non era riuscito in amichevole col Misilmeri, eccellenza girone A, è riuscito col Siracusa che fra tre settimane inizia la sua avventura in Lega Pro. La trappola predisposta da Lello Di Napoli era semplice. Far giochicchiare a centrocampo la squadra avversaria, darle l’impressione di esercitare una superiorità territoriale, per punirla alla prima disattenzione. Che per il Siracusa visto all’Esseneto arrivò dopo soli otto minuti. Sotto forma di un filtrante a centrocampo di Carrotta per il liberissimo Longo, fuorigioco che non scatta per il ritardo di Dentice, due passi dell’ex Melfi e palla nel sacco di D’Alessandro. Al 25’ azione fotocopia ma questa volta il portierino azzurro ci mette un piede e si salva in angolo. Ancora prolungato possesso palla degli azzurri, domenica in maglia verde, e al 45’ altra palla filtrante, questa volta di Salandria, per il sempre smarcatissimo Longo.
Il tiro è angolato ma debole, D’Alessandro in tuffo è sulla palla che beffardamente gli scivola sotto le mani protese e finisce in rete. Nella ripresa il cliché non cambia con accentuata superiorità territoriale del Siracusa, pressoché però nullo sotto rete. E sul finire terzo gol dei padroni di casa, questa volta col nuovo arrivato Zanini che dalla sua posizione di terzino sinistro si portò così tanto avanti da trovarsi fra i piedi un pallone che aveva solo bisogno di essere spinto in rete. Nel mezzo, d’importante, solo due pali, uno per parte. Pronostico dunque rispettato, ma facilitato da un Siracusa debolissimo in difesa e sterile in avanti, con soli tre uomini in evidenza che rispondono ai nomi dell’eterno Baiocco, di un compassato ma lucido Spinelli e di un pimpante Valente. Ora per il Siracusa c’è il Catania in casa nell’anticipo di sabato. La consegna sarà quella di uscire di scena almeno con l’onore delle armi, visto che il viavai di giocatori che ha caratterizzato questa prima parte di campagna acquisti, non ha consentito a Sottil di approntare uno schieramento in grado di aspirare a qualcosa di più. Una situazione che premia l’Akragas che i rinforzi li ha cercati e trovati anche dalle parti di Melfi e Roccella e che punisce, forse al di là dei suoi demeriti, un Siracusa che invece li ha cercati, per il momento senza successo, anche Argentina, passando per Genova, Torino e Pordenobe.
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